All’inizio del mese di maggio, esattamente il 9 maggio, si inaugura la decima edizione di Mantovarchitettura, una delle più prestigiose manifestazioni culturali con sede in Italia dedicata all’architettura e ai suoi protagonisti. Organizzata dal Politecnico di Milano – Polo di Mantova la rassegna Mantovarchitettura presenta annualmente, presso diverse storiche sedi cittadine, numerose mostre, conferenze, workshop e convegni pubblici gratuiti di grande interesse per studenti, professionisti e, in generale, per la comunità.
A tale proposito, abbiamo voluto porre alcune domande a Federico Bucci, Prorettore del Polo di Mantova e responsabile della Cattedra UNESCO, oltre che titolare di altri prestigiosi incarichi, tra cui anche quello di Delegato della Rettrice per il sistema archivistico, bibliotecario e museale.

Quintus Miller, Palazzo della Ragione, Mantovarchitettura 2022. Foto: Giuseppe Gradella.

Questa è la decima edizione della manifestazione Mantovarchitettura, nata ufficialmente, con la stessa denominazione e impostazione, nel 2014. Si tratta sicuramente di un traguardo prestigioso per il Polo di Mantova del Politecnico di Milano, che andrebbe analizzato con una particolare attenzione e che si presta anche a un primo bilancio. Cosa è cambiato in queste 10 edizioni di Mantovarchitettura?

FB: Mantovarchitettura è un festival, ideato e promosso dal Politecnico di Milano, che in dieci anni ha costruito la propria identità nel panorama internazionale, ovvero, quella di un’iniziativa realizzata da un’Università pubblica e destinata agli studenti di architettura e alla formazione continua dei professionisti del settore edilizio, ma anche aperta a tutti i cittadini. Molti sono gli ospiti che ci chiedono di ritornare e ormai abbiamo una lista veramente notevole di conferenzieri, italiani e internazionali. Potrei dire che, da Tadao Ando a Paolo Zermani, copriamo molte lettere dell’ordine alfabetico. È ovviamente una battuta, ma serve per dare un’idea dei circa 500 progettisti che in questi dieci anni hanno avuto l’occasione di presentare i propri lavori a Mantovarchitettura.
Penso che la medaglia assegnata nel 2016 dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci abbia dato una spinta formidabile sia sul piano delle motivazioni, sia dal punto di vista del posizionamento culturale. Peccato solo essere ignorati dal Ministero della Cultura, che ha recentemente aperto un canale per sostenere i festival dell’architettura, ma imponendone lo svolgimento dal 15 al 30 aprile. Sinceramente, non comprendo le ragioni di questa scelta. Forse perché, in quanto professore ordinario di “Storia dell’architettura contemporanea” presso il Politecnico di Milano, nonché ex-presidente della società scientifica nazionale che raccoglie i docenti della disciplina, non ho mai avuto l’occasione di avere un confronto con gli indirizzi ministeriali dedicati all’architettura contemporanea.
Al di là delle polemiche, anche se le iniziative che un Ministero della Cultura dedica all’architettura meriterebbero una partecipazione più inclusiva, per quanto riguarda Mantovarchitettura, che tradizionalmente si tiene tra maggio e giugno per numerosi motivi legati alla città che ci ospita e al nostro calendario accademico, non è possibile partecipare ai bandi per ricevere finanziamenti.
In ogni caso, noi andiamo avanti a gonfie vele, col sostegno del Politecnico di Milano, dell’Ordine degli Architetti, delle amministrazioni e delle imprese del territorio mantovano.
In questi dieci edizioni, abbiamo rafforzato la tesi fondamentale di Mantovarchitettura: conoscere l’architettura di tutto il mondo e discutere dell’architettura del futuro all’interno di architetture storiche di una bellissima città storica italiana. Non si tratta solo di un impegno culturale, ma anche di un’azione concreta di una università italiana contro la desertificazione dei centri storici del nostro Paese.

Federico Bucci, ex chiesa Madonna della Vittoria, Mantovarchitettura 2022. Foto: Giuseppe Gradella.

Operare all’interno di una realtà “provinciale”, raccolta e ricca di cultura come quella mantovana presenterà certamente dei vantaggi, ma, probabilmente, anche qualche svantaggio dal punto di vista logistico-organizzativo. Alla fine, sono maggiori i vantaggi o gli svantaggi nell’avere Mantova quale sede della manifestazione, invece che, ad esempio, un grande centro come Milano o Roma?

FB: Mantova è una città lombarda che, paradossalmente, è raggiungibile con molta difficoltà dal suo capoluogo. Le pessime condizioni della linea ferroviaria Milano-Mantova entrano nelle cronache quotidiane ormai solo in casi eccezionali, perché la normalità è l’accumulo di ritardi oltremisura.
Inoltre, la popolazione di Mantova invecchia ed è necessario uscire dall’isolamento e offrire nuove opportunità di lavoro per attrarre giovani da tutto il mondo.
Detto ciò, Mantova è una città straordinaria perché, all’interno della sua piccola dimensione, vanta la presenza di un ricchissimo patrimonio di edifici progettati da riconosciuti maestri della storia, che per gli aspiranti architetti (e non solo) si trasformano in altrettanti libri di architettura da studiare. Qui, come in uno straordinario museo a cielo aperto, gli “antichi maestri” del mondo delle costruzioni dialogano tra loro, allineati lungo il “muro del tempo”: Leon Battista Alberti, Luca Fancelli, Giulio Romano, Antonio Maria Viani, Giovanni Battista Bertani, Filippo Juvarra, Antonio Galli da Bibbiena, Giuseppe Piermarini, Paolo Pozzo, Giovanni Antolini, Luigi Canonica ed altri ancora, fino al Novecento, con Aldo Andreani e Pier Luigi Nervi.
Quindi, in quanto responsabili della formazione degli studenti-architetti al Politecnico di Milano, sosteniamo fortemente il sistema di relazioni che intreccia il progetto degli edifici, della città e dell’ambiente con la conoscenza e l’interpretazione delle tracce fondative del passato. Inoltre, pensiamo che quel delicato punto d’incontro tra il sapere tecnico e la cultura umanistica, evidente nelle migliori opere dell’architettura italiana fino alle sue più recenti manifestazioni, oggi costituisca un punto di vista utile per rilanciare la tradizione della nostra Università verso le nuove sfide internazionali.
Soprattutto in Italia, la relazione tra architettura e storia non è solo il terreno sul quale muovere il confronto tra invenzione e memoria, tra tecnica e cultura, ma acquista anche un valore strategico per declinare l’identità locale nella dimensione globale, nonché per esprimere le ragioni di ogni progetto di trasformazione sostenibile della realtà.

Andrew Berman, Sala dei cavalli, Palazzo Te, Mantovarchitettura 2022. Foto: Giuseppe Gradella.

Quali sono le principali novità della edizione 2023 di Mantovarchitettura? È già possibile avere qualche piccola anticipazione, oltre che le date precise? Inoltre, visto che l’emergenza Covid-19 è quasi del tutto rientrata, gli eventi saranno tutti in presenza?

FB: Questa decima edizione, che si terrà dal 9 maggio al 9 luglio, vuole puntare l’attenzione su una “Architettura senza archistar”, ovvero, su una cultura architettonica diffusa che sappia parlare alle giovani generazioni di tutto il mondo dei problemi che riguardano il mestiere dell’architetto, la sostenibilità ambientale, la desertificazione dei centri storici, la cura dei beni monumentali e del patrimonio edilizio, le condizioni delle periferie urbane, la sicurezza delle infrastrutture, la bellezza dei paesaggi e, in generale, la resistenza che dobbiamo opporre verso chi considera il territorio in cui viviamo una risorsa da consumare fino all’esaurimento.
La principale novità di questa decima edizione è quella determinata dall’accordo siglato con la Provincia di Mantova, che ci permetterà di utilizzare il complesso monumentale della Casa del Mantegna per tutto il periodo di Mantovarchitettura.
In questo straordinario spazio, che sarà riscoperto e raccontato, allestiremo mostre, tra cui quella dedicata all’opera di Elisa Valero, e organizzeremo cicli di conferenze e seminari, come ad esempio la serie di appuntamenti intitolati “Il mestiere dell’architetto” ideati in collaborazione con l’Ordine degli architetti di Mantova. Infine, chiuderemo i primi giorni di luglio con gli esiti del “Seminario itinerante Villard”, a cui hanno partecipato tutte scuole di architettura italiane.
Gli eventi saranno quasi tutti in presenza, ma non rinunceremo a qualche collegamento a distanza, sicuramente più favorevole per il nostro budget.

Peter Wilson, Palazzo della Ragione, Mantovarchitettura 2022. Foto: Giuseppe Gradella.

Mantovarchitettura si contraddistingue anche perché ha da sempre cercato di offrire agli studenti di architettura la possibilità di avvicinare i loro maestri per poter osservare il loro modus operandi e, soprattutto, perché si convincano che anche loro un giorno potrebbero diventarlo. Anche la decima edizione prevede questo tipo di iniziative? Invece, per gli architetti professionisti iscritti agli Ordini provinciali sono previsti eventi validi per l’assegnazione di crediti formativi professionali?

FB: Sui palchi e sulle cattedre di Mantovarchitettura, negli spazi monumentali della città, abbiamo avuto e avremo sempre una selezione ragionata di chi opera, in Italia e nel mondo, per progettare e costruire edifici capaci di unire “l’utilità e la bellezza” con il rispetto per l’ambiente e con la memoria dei luoghi.
Questo specifico indirizzo si deve agli impegni presi dalla nostra Cattedra Unesco, indirizzata verso la ricerca e la formazione nel settore delle costruzioni, dove si intrecciano l’architettura e l’ingegneria, con particolare attenzione al progetto di conservazione e trasformazione di ciò che la storia ci ha lasciato in eredità. Progettare in relazione con gli edifici, le città e i paesaggi della storia: questo è il mestiere che gli studenti imparano a Mantova, nella Scuola di architettura del Politecnico di Milano, che le classifiche universitarie indicano tra le prime dieci nel mondo. E questo è ciò che crea la formazione continua per i professionisti del settore: il lavoro dell’architetto che deve conoscere i terreni della tecnica e della cultura e nello stesso tempo, deve avere ben presente la responsabilità sociale di ogni scelta che compie. Sono queste le finalità di Mantovarchitettura: a Mantova, in una sede del Politecnico di Milano, studenti e architetti trovano un’attrezzata palestra dove esercitarsi a progettare il “nuovo” sulla straordinaria, e fragilissima, bellezza dell’“antico”.